Monica Vitti

La canzone dei crauti (1972)

Quando nel 1972 Monica Vitti, ancora reduce dalle intellettuali interpetazioni esistenzialiste dei film di Michelangelo Antonioni e non ancora proclamata regina indiscussa della comicità femminile, presentò, in una memorabile edizione di Canzonissima, La canzone dei crauti, lasciò tutti sbigottiti e increduli. Declamando, piuttosto che cantando, in modo totalmente piatto e inespressivo, un testo apparentemente del tutto privo di senso e davvero controcorrente rispetto a quanto veniva proposto in anni non certo lontani dai sommovimenti sessantottini e dall’impegno politico che tracimava anche sulla canzonettistica italiana, Monica Vitti umiliava la tradizione del melodismo italico. Eppure la canzone aveva nobilissimi ascendenti: autori Ivan della Mea e Fausto Amodei (oggi negletti e sconosciuti ai più, ma in relatà i veri padri nobili della canzone d’autore italiana, fondatori del glorioso gruppo torinese dei “Cantacronache” e fautori di proposte musicali sempre attente al risvolto sociale e alle istanze politiche più progressiste) con l’essenziale contributo musicale di Bruno Lauzi, esponente (anch’esso a volte ingenerosamente sottovalutato) della gloriosa scuola genovese che con Umberto Bindi, Lugi Tenco, Gino Paoli, Fabrizio de André, tra gli anni ’60 e ’70 ha rinnovato la canzone italiana sia negli aspetti contenutistici che in quelli squisitamente musicali.

La canzone, sulle note di un valzerino stancamente strimpellato solo da un chitarra (eco meschino dell’attenzione riservata a chiunque allora si atteggiava, in mancanza di vero talento, a cantautore/intellettuale politicamente e progressisticamente impegnato) è un capolavoro del non-sense, genere non certo desueto nella tradizione canzonettistica italiana ma mai, fino ad allora, presentato in una forma così seriosa. L’argomento, smaccatamente e bassamente culinario, fa da contrappasso a ben più nobili argomenti di cui era ritenuto doveroso trattare. Le successive vaghe allusioni a contrapposti blocchi culturali tra popoli mitteleuropei e popoli dalle tradizioni più solari, o quelle a possibili incidenti di scena, o ad episodi dell’eversione armata sono solo pretesti per seppellire con una sana risata, in un’irresistibile e imprevedibile chiusa pseudo-prosutiana, le contrapposizioni ideologiche che tanti danni avevano creato in quegli anni (e non solo in quelli).

Fonte: Youtube Canale: Alessandro Manciucca

2 pensieri su “Monica Vitti

  1. Gianna Piere

    Ciao Enzo , ho visto e sentito Monica Vitti e altri artisti che di seguito si presentano. Bravissimo. Che bello questo sito che hai creato. A quando la tua festa? Come stai? Un abbraccio Gio Piere.

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