Flo Sandon’s

Viale d’autunno (1953)

Negare la realtà contro ogni evidenza, strenuamente, ostinatamente, fino a trasformare l’illusione in qualcosa che riesce a sopperire alla sua irrimediabile inconsistenza, fino a dare corpo a ciò che rimane un’ectoplasmatica figurazione di ciò che non c’è più ma, forse, non è nemmeno mai esistito. Capolavoro della maturità di Giovanni D’Anzi, Viale d’autunno è una malinconica beguine che si incentra sulla lunga progressione discendente del refrain, simile a un ripetuto singulto corrispondente ad un testo che invece proclama la negazione proprio di ciò che è già irreversibilmente successo. Il brano, che vinse inopinatamente l’edizione del festival di Sanremo del 1953 (era favorita, ovviamente, Nilla Pizzi!), fu interpretato dalla sanguigna Carla Boni e dalla sofisticata voce di Mammola Sandon, in arte Flo Sadon’s. Quest’ultima, che deve il suo curioso pseudonimo a un banale refuso tipografico, è stata una figura molto particolare del panorama musicale italiano del Novecento. Colta, raffinata, curiosa di ogni esperienza (pubblicò nel ’59 un album basato sulle musiche di origine africana), coraggiosa in ogni sua scelta, ebbe non poca influenza sul percorso artistico del marito, Natalino Otto.

La perfetta interpretazione di Viale d’autunno, struggente e rarefatta allo stesso tempo, valse a Flo Sandon’s la definitiva consacrazione ma non le diede mai quel successo di popolare di cui goderono le dive degli anni ’50.

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