Tanti auguri (1978)
Fin dal suo apparire, sul finale degli anni ’70, apparve subito chiara la forza dirompente di questa apparente banale filastrocca che, unità all’irresistibile carisma della Carrà, divenne la perfetta veicolatrice (in una forma, come la canzone di varietà, a tutti gradevole e da tutti accettata) di proposte di filosofie di vita assai ardite e anticonvenzionali. Da allora i movimenti di liberazione gay non hanno mai smesso di considerare “Tanti auguri” come il proprio inno, canto di battaglia e di festa assieme, inscindibile colonna sonora dell’esistenza di ogni persona che desidera essere se stessa.
Con l’uscita di scena di Raffaella Carrà va via una parte del mondo in chi siamo vissuti, vanno via gli eventi che questo mondo hanno attraversato negli ultimi cinquant’anni, va via una parte di noi stessi, forse quella più gioiosamente battagliera. O forse resterà proprio questa.
Insegnamento della Carrà che ora tutti riconoscono, ma purtroppo, tra una settimana, dimenticheranno, mettendo like a Salvini e & C.
Ma ognuno che vuole trasmettere un messaggio positivo e civile dovrebbe sempre tenere a mente il suo modo leggero, garbato e sol sorriso
"Mi piace""Mi piace"
Hai proprio ragione. La lezione di Italo Calvino su quanto importante sia la leggerezza , non solo in letteratura ma in ogni nostro atto, è stata tanto geniale quanto spesso disattesa.
"Mi piace""Mi piace"