Tango della Gelosia (1961)
Strano sentimento la gelosia, sappiamo cosa non è ma difficilmente riusciamo a definirla. Ci prova nel ’61 Connie Francis, bellissima cantante italoamericana che vive una stagione di grande successo in terra italica, complice il palco sanremese. Ma anche la sua canzone vive di contraddizioni non risolte, a cominciare dall’incipit: “No, non è la gelosia”! A seguire frasi come “è la passione mia”, “ciò che mi strugge non so cos’è”, “non sono gelosa di te”. Insomma un testo che si presenta antesignanamente come un saggio di Alberoni finisce con la completa rinuncia ad uno sviluppo razionale e lineare. Ma è proprio per questo che riesce ad essere così vero e così sottile nel registrare i moti dell’animo di un innamorato che teme. Ed è la voce splendida di Connie Francis che rende il brano di una struggente intensità: precisa, potente, dal timbro inconfondibile. E ben poco importa se l’arrangiamento è datato e, per i nostri canoni, terrificante. La voce di Connie Francis si carica di tutte le angosce, le ansie, le speranze, le illusioni dell’innamorato geloso e le raffigura facendole sentire “nella pelle” dell’ascoltatore, forse presentendo quello che, a partire dal ’74, sarà il suo sfortunato destino che la vedrà sempre ostinatemante rincorrere un successo che aveva meritatamente conquistato: violentata e massacrata in albergo da uno sconosciuto, subisce un tracollo psico-fisico aggravato successivamente dall’uccisione del fratello, e, come se non bastasse, da una serie di interventi chirurgici con pesante coinvolgimento dell’apparato di fonazione. Il destino in una voce.