Ballo ballo (1982)
Il destino della Carrà è sempre stato quello di creare clamore. Ha spopolato già all’inizio della sua carriera diventando il sogno erotico di ogni uomo ma piacendo anche alle casalinghe, le sue canzoni son diventate il gioioso inno alla diversità sessuale ma è anche diventata l’emblema del più rassicurante e familiare svago del sabato sera, è diventata popolarissima in ogni paese in cui abbia messo piede ma resterà, forse per sempre, “la più amata dagli italiani”, stroncata e disprezzata dalla critica più o meno di progresso è stata recentemente celebrata anche dal severo “Guardian”. Quello che di lei si tace è… quanto sia brava e professionale sia nel ballo che nel canto (dove le sue doti naturali non sono sicuramente eccelse), perfino nella conduzione delle suo più controverse e indigeribili (se li proponesse qualcun altro) carrambate. Ma non può essere un caso se la serissima Vittoria Ottolenghi, sicuramente la più brava divulgatrice italiana di danza classica che ci sia mai stata e che tanto ha fatto per far conoscere il balletto classico e moderno ad un pubblico più vasto, ha inserito la Carrà, con tuti gli onori, in una sua fortunata serie televisiva dedicata alle grandi ballerine del mondo.