Giovanna Marini

I treni per Reggio Calabria (1975)

Quando nel 1975 apparve questa canzone di Giovanna Marini si comprese subito di trovarsi di fronte a un a un caposaldo della pur già apprezzabile tradizione della canzone politica italiana. E non per il prestigio acquisito dalla cantautrice e compositrice, di solida preparazione accademica e dall’irrinunciabile presenza in ogni festival dell’Unità che Dio comandi, ma per l’intrinseca concitata e coinvolgente forza espressiva del brano. Costruito sul modello della ballata popolare, quasi evocando la tradizione dei cantari medievali e dei cantastorie di più recente comparsa, trova impulso dalla cellula ritmica che, come un’onomatopea, simula il moto del treno. Nel 2002 Giovanna Marini pubblica, con De Gregori, un album che contiene una nuova incisione del brano. Poche le differenze con la prima incisione ma, come accade ai grandi artisti, basta poco perché un brano assuma una veste del tutto diversa e rappresenti un mondo ormai diverso: la voce diventata naturalmente con gli anni meno squillante, l’intonazione volutamente calante, la vocalità meno dispiegata e un’accentuazione dell’accompagnamento strumentale trasformano quella che era una bandiera dell’impegno e della fierezza operaia degli anni ’70 in una più intimistica e sofferta riflessione sulle vicende e le passioni umane.